lunedì 28 gennaio 2008

Otto milioni di telecomandi

La campagna elettorale è cominciata. Era finita? E quando?
Forte della sua boria, del suo ego smisurato, dei fantomatici sondaggi sbandierati ogni tre per due, il Signore dell’Etere riparte per la sua ennesima devastante cavalcata.
Quanto costano le elezioni? Qualche milione di euro per organizzare le elezioni e pagare scrutatori, presidenti di seggio, ecc.
Nessun problema. Paghiamo noi.
Bisognerà risarcire quel migliaio deputati e senatori delle spese elettorali. E nessuno sa, ed è meglio che non sappia, di che cifra si parla.
Nessun problema. Paghiamo noi.
Quanto costano le elezioni? Nuovi incarichi a migliaia di funzionari e dirigenti pubblici, nominati dai nuovi eletti. Ovviamente liquidazione a quelli vecchi.
Nessun problema. Paghiamo noi.
La lista potrebbe continuare all’infinito. Un nuovo governo ci costa meno che mantenere Prodi al suo posto. A chi? A chi finalmente ha pagato qualche euro di tasse?
Vogliamo parlare dei tassisti? Ogni viaggio un entrata in nero. Se qualcuno chiede la ricevuta, normalmente è per metà importo. E’ stato chiesto di poter avere un migliaio di taxi in più a Roma, una città appartenente all’Europa. La risposta è stato il blocco della città. Le urla “duce, duce” all’indirizzo dell’Alemanno di turno. Tutto rimandato.
E i camionisti? Lo sciopero dei camionisti ha bloccato il paese. Chiunque avesse un furgone e veniva trovato alla guida poteva essere anche picchiato selvaggiamente. Se andava bene, le quattro gomme squarciate.
Che dire di queste dimostrazioni di civiltà? Ma non esiste la regolamentazione dello sciopero, per questi signori? Di queste caste, che cosa facciamo?
I metalmeccanici hanno combattuto anni, scioperando secondo quelle che sono le regole stabilite. Sono stati presi a pesci in faccia. Alla fine, l’elemosina. Un centinaio di euro (lordi) in busta.
Elezioni, elezioni subito. Cosi’ i partiti del centro-destra, che fino a qualche settimana fa parlavano di rinnovamento, di aria nuova, si ritrovano a prostrarsi davanti al Capo. Senza condizioni. D’altronde il Capo ha il portafogli a fisarmonica. Anche se la fedeltà dei servi costa, per lui non è un problema.
Qui meno male non paghiamo noi. Paga il Signore dell’Etere. Non sappiamo quanto e come. Ma risulta difficile credere che tanta obbedienza sia la conseguenza della sola capacità di mediazione e del suo carisma.
E la Brambilla? Che fine ha fatto? Sta a vedere che la ritroveremo nel prossimo Grande Fratello. Peccato. Mi mancheranno i suoi accavallamenti. Non certo i suoi ragionamenti.
A meno che non vorrà far parte del Popolo Dei Telecomandi. Gli Otto milioni di Telecomandi che il Signore dell’Etere vuole mandare in piazza come arma mortale contro chiunque si opponga alle elezioni e al suo ritorno al potere.
L’Italia è un grande palcoscenico. Chiunque può recitare. Qualcuno però resta sempre una comparsa.

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